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“La NASA aveva un grande problema, e tre soluzioni inaspettate”

 

Stati Uniti, anni ’60, siamo nel periodo della segregazione razziale nonostante le varie manifestazioni di protesta e gli innumerevoli provvedimenti presidenziali contro ogni atto di razzismo. JFK e Martin Luther King si battono per il riconoscimento dei diritti civili della popolazione afroamericana. In questo scenario, i russi inviano nello spazio i propri satelliti ed effettuano il primo volo spaziale umano per cui l’America lavora sodo per compararli. Contestualmente, tre amiche e donne geniali combattono per realizzare i loro sogni: Katherine Johnson, matematica, Dorothy Vaughan, supervisore non ufficiale, e Mary Jackson, aspirante ingegnere e calcolatrice per la NASA. Katherine, ottenendo una promozione dal suo supervisore bianco Vivian Mitchell, diventa la prima donna di colore a lavorare per lo Space Task Group. Lavora con grande impegno e presto si dimostrerà essenziale per la missione nello spazio.  Tuttavia riscontra subito problemi a integrarsi con i nuovi colleghi, che dubitano tutti delle sue capacità da matematica.

Le cose iniziano a cambiare quando, in seguito a delle lamentele della donna riguardo la presenza di soli bagni per bianchi, il capo Harrison decide di abbattere ogni tipo di distinzione razziale all’interno dell’edificio.

Intanto Dorothy, a cui era stata negata una promozione, si introduce di nascosto nella sala computer, iniziando a studiare la programmazione della macchina per calcoli IBM 7090; viene scoperta, ma riesce a farsi promuovere ottenendo il rispetto di Vivian.

Mary invece segue dei corsi serali per soli bianchi in modo da ottenere la specializzazione necessaria a contribuire alla realizzazione della capsula di volo di John Glenn e diventare ingegnere.

Pochi giorni prima del volo, Katherine viene retrocessa, poiché il suo compito poteva essere eseguito dalla macchina IBM. Il giorno della partenza però lo stesso Glenn esprime la richiesta di un’ulteriore supervisione da Katherine, che corregge degli errori dell’IBM relativi all’atterraggio. Per questo ottiene un particolare pass da Harrison per assistere al lancio della capsula.

Grazie al salvataggio della capsula, Katherine continuerà a lavorare per la NASA per i progetti Apollo 11 e Apollo 13.

Sorprendente, per me, è stata la forza e la caparbietà di queste tre donne Katherine, Mary e Dorothy, che sono riuscite ad abbattere le barriere del sessismo e del razzismo americano difendendo i propri ideali in un contesto storico piuttosto complicato. Noi ragazzi dovremmo prenderne nota, per far nostro questo coraggio, contestando ciò che è sbagliato di fronte a qualsiasi autorità, difendendo i diritti civili e umani di ognuno.  Inoltre, la conclusione del film, mi ha fatto capire che l’intelligenza umana non potrà mai essere uguagliata da un’intelligenza artificiale.

 

Alessandro Cellamaro

1A Sc. Sec. I gr.

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