Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

  (cliccare sull'immagine per il video)

___________ 

Il mosaico della legalità

 Tra i compiti formativi più delicati di cui la scuola deve farsi carico c’è l’educazione alla legalità. Seguendo le indicazioni del Miur, ciascuna istituzione scolastica deve includere nella propria offerta formativa la valorizzazione dell’educazione alla convivenza civile e alla legalità, mediante l’elaborazione di percorsi educativi finalizzati allo sviluppo completo della persona umana, per rendere gli studenti protagonisti della propria formazione, nel pieno rispetto delle regole che la vita democratica impone.

Pertanto, nell’ottica della promozione di una cittadinanza piena e consapevole, I.C. Calò ha voluto fortemente si realizzasse questo incontro, evento significativo e onnicomprensivo di un iter lungo e articolato che ha visto, anche nel corso del corrente anno scolastico, l’avvicendarsi di molteplici iniziative inerenti questa tematica, attività che hanno consentito agli studenti di confrontarsi con il mondo della legalità, operando concretamente e trasformando il contesto di apprendimento in luogo di formazione della coscienza collettiva. 

L’iniziativa “Educare al coraggio” ha rappresentato un momento edificante ed emozionante  così come lo ha definito la Dirigente, una normalità straordinaria che ha trasformato il nostro istituto in una comunità democratica, popolare e partecipata, capace di accogliere toccanti testimonianze di vita, nel nome della difesa dei diritti civili. Lo scambio di contenuti e di sensibilità tra le parti, mediante lo sguardo e l’ascolto, ha permeato l’interiorità di ciascuno nel profondo, con densità di significato che alla parola non è dato, mettendo in comunione le nostre coscienze, attraverso una significativa esperienza educativa, cui ha preso parte una collettività ben più ampia di quella scolastica, che si è riconosciuta intorno al sentimento di giustizia.

La presenza del dott. Giuseppe Antoci ci ha permesso di scrivere insieme una pagina esemplare di educazione alla legalità, un vero e proprio dono alla comunità cittadina, un modello di virtù morale, sociale ed etico, emblema di civiltà e di democrazia.

Con i protagonisti delle vicende esposte, un boss della camorra, impersonato dall’attore Nando Lo Pio, e un uomo di legge, il dott. Antoci, abbiamo percorso due binari, due possibili esempi di vite parallele, riflettendo su come l’esistenza umana possa dipanarsi in modo così diverso, a partire dalle scelte che ciascuno intraprende ogni qualvolta si trova di fronte a un bivio e di come, attraverso lo sguardo dell’altro, si diventi conoscitori del mondo circostante, ma anche di se stessi.  La narrazione del vissuto  di un personaggio malavitoso e di una persona, con tutte le componenti di umanità ancora integre, ha dimostrato che la differenza sostanziale tra le due storie può essere racchiusa in una sola parola: DIGNITÀ. 

Al monologo dell’incomunicabilità di un “essere” che non ha più decoro, che si riconosce non solo come assassino delle identità altrui, ma anche della propria, attraverso il ricordo dello sguardo di una vittima che si è insinuato come un tarlo nella sua memoria e che corrode la sua coscienza, corrisponde, di contro, il dialogo di un uomo che ha avuto il coraggio di dire “no”, di lottare e di ribellarsi; un padre che, dallo sguardo delle proprie figlie, riconosce di essere nel giusto, trova la forza di andare avanti e vede, riflessi nei loro occhi, il senso e il valore della dignità che è stato capace di trasmettere loro: l’eredità più grande che un uomo possa lasciare ai propri figli e alla collettività.  Non abbiamo ascoltato delle storie, abbiamo vissuto delle scene di vita che si sono figurate in sequenza e che, come uno specchio, sono diventate il riflesso delle coscienze dei protagonisti: l’ascolto è stato soppiantato dalla forza evocative delle immagini.

Al contempo, la messinscena ha reso evidente ai nostri occhi che ogni individuo ha una naturale sensibilità, che non si nasce delinquenti e che c’è sempre una scelta possibile, in ciò, la formazione è determinante come alternativa di legalità a un destino solo apparentemente segnato. Il dott. Antoci ha sottolineato con forza che per rendere significativo il sacrificio del singolo, non è sufficiente condividere emotivamente una vicenda umana, ma è necessario fare delle scelte e concretizzarle, è necessario osservare criticamente per imparare a distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è.  Senza ricacciare indietro i moti della propria coscienza, ciascuno deve schierarsi qui ed ora per salvare la bellezza che caratterizza l’umanità. 

«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà…È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore», con queste parole, Peppino Impastato rivendicava il diritto dei suoi concittadini, ma anche di tutti quanti noi, di non rassegnarsi allo stato delle cose, affinché ciascuno non smetta di cercare il valore della propria identità. Le radici della nostra cultura non parlano la lingua della negazione e della sopraffazione, della violenza e dell’arroganza, parlano la lingua dell’accoglienza, dell’arte e della bellezza. In tal senso, il dott. Antoci ha ricordato, come altri prima di lui, che la nostra Costituzione è il più formidabile testo antimafia, poiché “…si fonda sulla corresponsabilità delle istituzioni e dei cittadini nella tutela del bene comune della democrazia…”(don Luigi Ciotti, , in Prefazione a La legalità del noi, Città Nuova ed., Roma, 2013) e, riconoscendo il valore della dignità umana in ogni sua forma, educa al rispetto e alla legalità.

Sopraffazione, negazione del valore umano, coercizione e imposizioni generano la paura, ma non è la paura che dobbiamo condannare, è il silenzio, la collusione strisciante di chi può ma non fa nulla, è l’atteggiamento di comodo di chi avrebbe dovuto assumersi delle responsabilità, ma lascia correre. Un monito per chi ricopre un ruolo istituzionale: la scelta è qui ed ora, la paura è legittima, ma va affrontata e superata creando legami di socialità.

Ne consegue che l’illegalità non si combatte con lotte di quartiere né con faziosità politiche, è necessario avere il coraggio di contrastarla con la solidarietà dei giusti, dove ciascuno è un tassello significativo di un mosaico nel quale ogni tessera ha un valore ben preciso che non può essere occupato da altri.

Si ringraziano il dott. Giuseppe Antoci per la disponibilità e l’esemplarità del messaggio che ha voluto lasciare alla nostra comunità; gli uomini della scorta, angeli custodi della legalità; Fabio Salvatore che ha reso possibile la realizzazione di questo prezioso evento, conducendolo con abilità, sensibilità e garbo; la compagnia teatrale I Viandanti sognatori, nelle persone di Angela Battista e di Nando Lo Pio che ci ha regalato fortissime emozioni con la sua magistrale interpretazione del monologo tratto da Il respiro della lepre di Nicola Causi; il dott. Vito Parisi, sindaco di Ginosa, per il significativo intervento con il quale ha ricordato l’importanza del protocollo Antoci nell’amministrazione pubblica e le numerose iniziative promosse dal comune nella lotta continua contro l’illegalità; Agostino Gigante, Giorgio Morea e Antonella Pastore che hanno omaggiato i nostri ospiti con le loro pregevoli opere d’arte; Garden Center per la splendida composizione floreale; i genitori e tutti coloro i quali, con la loro presenza, hanno contribuito a rendere la nostra scuola presidio di legalità.

Prof.ssa Maria Rosaria Castria              

Statistiche

Visite agli articoli
3814224

Albo on line

albo on line

 

Amministrazione Trasparente

amministrazione trasparente

 

Vai all'inizio della pagina