Ai Docenti dei tre Ordini
Ai Genitori
Agli alunni di scuola Secondaria
Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
Pablo Neruda: “Sonetto XVII”
Morte. Per mano di compagni, coniugi, fidanzati, sconosciuti... In nome di un "amore" violento, malato, opprimente. Come un bollettino di guerra, si procede nella conta quotidiana. Non possiamo abituarci. A ciascuna delle donne uccise si dedichi oggi, domani o in qualsiasi altro giorno (non c'è scadenza), un pensiero, una riflessione che per quanto breve, servirà a non dimenticare i loro volti, le loro storie, le loro vite rubate.
Le parole di Neruda servano da spunto per ricordare che il vero amore non è controllo, né esigenza, né possesso. Non si riconosce per ciò che esige, ma per ciò che offre. Dobbiamo crederci tutti: Istituzioni, mondo della Politica, Magistratura, Forze dell'Ordine, adulti e ragazzi. Ognuno per la sua parte, insieme lungo la strada della quotidianità per un futuro "senza paura".
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