PIAZZA NUSCO, ORE 8:15;
Tutti stiamo attendendo il pullman per la nostra seconda gita di quinta elementare. Rispetto alla prima, per cui siamo dovuti andare all'estremità della Basilicata opposta al confine con la nostra regione, stavolta il viaggio è stato molto più breve. Questa, però, più che una gita è stata una visita, un'uscita, poiché abbiamo rispettato i termini del nostro normale orario scolastico: siamo quindi partiti alle 8:15 e siamo tornati tra le 13 e le 14. Il viaggio non è stato molto lungo e siamo arrivati verso le 9:30. Abbiamo avuto l'occasione di osservare il paesaggio, perché tutt'intorno alla base aerea-militare c'era una ricca vegetazione e diversi aerei non molto moderni. Poi, l'atmosfera era anche piacevole perché quella zona era molto fresca e soffiavano spesso dei venticelli molto rinfrescanti. La base era circondata da un reticolato di filospinato e abbiamo fatto un lungo giro per entrare; due militari sono saliti sul pullman, si sono presentati si chiamavano Mimmo e Davide e hanno detto che erano le nostre guide. Ci siamo fermati subito e un fotografo ci ha fatto una foto di gruppo.
Ci siamo subito recati nella sala di proiezione dove vi era sulla schermata un benvenuto al Calò, una volta seduti ci ha accolti il maresciallo luogotenente che ci ha parlato della storia dell'aeroporto mostrandoci un video sulle attività dell'intera base che copre tutta l'Italia ed è formata dal 4° stormo (Grosseto), 36° Gioia e 37° (Trapani).
La base è nata durante la Prima Guerra Mondiale, esattamente nella seconda metà del 1916; ne hanno fatto parte vari stormi, come il 35°, il 13°, l'86°, il 32°, il 36°, che ne fa parte ancora oggi, il 9°, il 4°, il 43°, il 98° il 21° e diversi altri. Al riguardo di questi, il maresciallo luogotenente ci ha mostrato anche i simboli della maggior parte di questi gruppi; più di due avevano lo stesso simbolo, il cavallino rampante, anche se leggermente modificato. Quelli che però ce l'avevano già in origine sono il 10° e il 12° stormo: entrambi gli stormi l'hanno ereditato da Francesco Baracca, che ce l'aveva come simbolo sul suo aereo. Intorno al 1940, la famiglia di Francesco Baracca ha donato lo stesso simbolo anche a Enzo Ferrari, inventore dell'omonima auto sportiva.
Qui, il meteorologo ci ha spiegato che le previsioni meteorologiche si basano su mappe con linee che rappresentano la pressione delle zone rappresentate; questi dati, però, iniziano a perdere attendibilità già dopo 5-6 giorni. In caso di condizioni meteorologiche non adatte ai voli, viene appeso negli aeroporti di tutto il mondo, esattamente alla stessa ora, il bollettino Metar. Per non confondersi a causa del fuso orario, la meteorologia utilizza come orario di riferimento quello del Meridiano di Greenwich.
Girando nella base, siamo rimasti tutti sorpresi dalla disciplina che in ogni caso mantengono i militari.
Dopo siamo usciti un po'per approfittare del fatto che stavano decollando due caccia e poi siamo risaliti in pullman per visitare l'hangar degli elicotteri, che era parecchio lontano dalla base. Gli elicotteri presenti erano due: questi possono trasportare fino a 7000 kg e hanno un filo molto lungo e resistente con un gancio che viene utilizzato per i soccorsi. Può trasportare un equipaggio di 4 o 5 persone: due piloti, un aereo-soccorritore e un esperto che coordini le fasi dell'operazione ma anche uno specialista a seconda del tipo di missione. Molte informazioni ci sono state date e il personale presente è stato con noi paziente e disponibile. Ci è stato permesso a gruppi di cinque di salirci sopra ed anche le maestre hanno provato l'emozione di salirci. Può anche raggiungere i 300km/h. Infine abbiamo visitato anche l'hangar dell' Eurofighter.
L'aereo, che viene controllato quasi ogni giorno, può superare la velocità del suono e la sua produzione può arrivare anche a un costo di € 100.000.000!
Sull'estremità della fusoliera vi è inoltre uno specie di sportello da cui, in caso di necessità, esce una sonda che preleva carburante da altri velivoli e rifornisce il caccia. La base si occupa anche di controllo aereo, quindi rispetto delle regole o la ricerca di aerei danneggiati non individuabili anche grazie alle basi di Trapani e
Grosseto. L'aereo però era veramente grande, come l'hangar, ed erano molto moderni, grandi tanto che ci si poteva letteralmente perdere con lo sguardo. Era grande ed imponente l'aereo e questo lo ha reso ancora più interessante ai nostri occhi che lo guardavamo estasiai e curiosi. Alla fine, siamo nuovamente saliti in pullman e, verso le 13:30, siamo tornati a Ginosa molto contenti della gita, davvero fantastica, molto interessante!
ANDREA MAGGI E I COMPAGNI
DELLA 5^B CALO'