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Rispondere con il perdono all’emarginazione in classe 

 La testimonianza di Paola Adamo, Serva di Dio

Note a margine del V Concorso “ Paola Adamo”

Perdono: una piccola parola con un grande significato. Una parola che cancella i termini vendetta e odio. Sono rimasto profondamente colpito dal racconto della storia di Paola Adamo (1963 – 1978), una ragazza ricca, eppure straordinariamente generosa e umile “dentro”, di cui ci ha parlato la prof.ssa Bonelli, insegnante di Religione.

Paola era una ragazza tarantina giovane, molto cattolica, che non amava le bestemmie e che riprendeva i suoi amici facendo capire loro gli errori. Questi “gesti d’amore” la portarono però ad essere esclusa dal gruppo e, quindi, a rimanere sola. L’atteggiamento degli amici nei confronti di Paola mi ha portato a riflettere, a pensare e ad immaginare lo stato d’ animo della ragazza nel sentirsi esclusa dalle compagne del Liceo Lisippo, solo perché - lei, la più piccola - voleva insegnar loro ad amare e rispettare il prossimo.

Oggi, con una parola purtroppo in voga, potremmo dire che Paola sia stata vittima di bullismo, ma - forte come una roccia, certa che “chi crede in Dio ha il mondo in pugno” - non ha risposto con cattiveria, ma ha continuato ad amare, tanto da invitare le amiche ai suoi compleanni. Ha continuato ad essere allegra, a gioire ed a sognare. Ciò che mi ha fatto rabbrividire è stato apprendere che la ragazza si è ammalata e, nonostante le corse in ospedale dei genitori, non ce l’ha fatta: non aveva ancora compiuto 15 anni!

Solo con la sua morte i compagni hanno capito quanto fosse importante la loro amica, cosa cercava di spiegare ed insegnare loro attraverso l’umiltà e l’amore e, quanto fosse importante rispettare e volere bene ad un amico. Nonostante tutto, i genitori di Paola - gli architetti Claudio e Lucia - hanno dimostrato di avere una grande ricchezza interiore perché hanno perdonato tutti coloro che avevano fatto soffrire la loro figlia. Questo è un gesto che, purtroppo, non tutti fanno; la parola perdono molte volte viene scavalcata dalla parola orgoglio, punizione, odio. Lo stato d’animo dei genitori, in particolare della madre, quando Paola era nella stanza di rianimazione somigliava certamente a quello di Maria, la Madre di Gesù, la cui morte di suo Figlio provocò un dolore immenso: è stato come avere una pugnalata al cuore, la cui ferita non si è mai chiusa. Un dolore che, però, pian piano si è aperto alla speranza: la speranza di vedere l’apertura del processo di riconoscimento della santità della piccola Paola, oggi Serva di Dio, promosso dai padri Salesiani di Taranto. La signora Lucia, attraverso la Fondazione “Paola Adamo” ed il Concorso giunto alla V edizione, si adopera affinché Paola sia per tutti gli studenti di Taranto e della provincia un esempio positivo, in una società in cui mancano i testimoni e si riservano le trasmissioni televisive soprattutto agli esempi negativi. 

Gabriele Pedacchio II A – Sec. di primo grado

Istituto Comprensivo “Calò”

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