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Venerdì, 6 Novembre alle 10.45, accompagnati dalla nostra  maestra, siamo andati al museo civico di Ginosa“Santa Parasceve” per visitare la mostra  “I mestieri  della memoria”.

Abbiamo osservato alcuni frammenti di pavimento, di anfore antiche, intonaci dipinti, ceramiche in miniatura, grigie e in vernice nera, risalenti ai secoli VI-II a.C; due tabelloni raffiguranti i siti archeologici dove sono stati rinvenuti i reperti: “Roccavetere” e “Madonna Dattoli”.

Il signor Vincenzo Mianulli, maestro d’arte,ci ha presentato le sue opere, statuine in argilla, che riproducono i mestieri praticati a Ginosa nei primi del 1900.

Ci ha spiegato che prima di cuocerle in forno bisogna svuotarle, altrimenti esplodono.

Quelle  che maggiormente ci hanno interessato sono state: “u parator” colui che, quando pioveva,  pregava per  allontanare i fulmini; “u lustrascarp”:  lucidava le scarpe ai ricchi passanti ; “u scarpar” : riparava  e realizzava le scarpe;  “u warvièr”: con un coltello radeva la barba e sul cuoio affilava la lama;  “u  pulizza fummarul”: spazzava  il camino ; “u vuttàr”: costruiva e riparava le botti; “u farmacist”: usava le erbe per ricavare  le medicine; “l’ acquaìuol”: distribuiva l’acqua con i secchi di legno; “u sartor”: confezionava su misura i vestiti e lavorava giorno e notte; “u pupar”: viaggiava per paesi per divertire bambini e adulti perché, a quell’ epoca, non c’erano né i cellulari, né i computer , né la televisione; la “mammar”: andava in casa  delle donne incinte e le aiutava a far nascere i bambini; “u lampier”: era la persona che accendeva e spegnava i lampioni per strada; “u castagnar”: arrostiva e vendeva le castagne, “la mestr’ de la cap”: acconciava  i capelli alle signore; “l’umbrllar”: riparava  gli ombrelli; “u canstrar”: lavorava le canne per produrre ceste; “u sllàr”:  realizzava le selle per i cavalli.

Queste statuine erano perfette, perché ogni elemento sembrava reale, dai visi agli indumenti indossati.

Abbiamo scoperto  il modo in cui i nostri nonni e bisnonni  lavoravano  e di come la vita fosse più faticosa rispetto a quella di oggi. Non c’erano gli elettrodomestici nelle case e ogni lavoro veniva svolto a mano. I panni venivano lavati con l’ acqua bollente e ricoperti dalla cenere “la rssiv” che ben sostituiva i detersivi  attuali perché il bucato era  lavato perfettamente e senza inquinare l’ambiente .

Abbiamo visitato, inoltre, nello stesso palazzo la Biblioteca comunale, guidati dalla dott.ssa Rosa Melluso che ne è la  responsabile. Ci ha condotti in un salone pieno di libri, custoditi in librerie e catalogati per genere. Ha scelto per noi  un libro sulle  tradizioni di Ginosa, scritto  dal  maestro   Mongelli.  Il  libro  spiegava come   i giovani   apprendevano un mestiere,   andando  alla bottega da un artigiano e di come prima di sposarsi  si recavano  dal falegname per commissionare “ la mobilia”, cioè i mobili della camera da letto.

Questa è stata per noi  una giornata indimenticabile perché  ci è sembrato di vivere nel passato.

Un grazie va alla nostra Dirigente scolastica, prof.ssa Marianna Galli, che ci ha permesso di fare questa meravigliosa esperienza; alla nostra insegnante Cecilia Pastore che ci ha accompagnati e guidati in questa visita; al maestro d’arte  Mianulli che ci ha fatto comprendere che da un semplice materiale (l’argilla) si può ricavare qualcosa di speciale  e, infine, alla dott.ssa Melluso, perché ci ha fatto scoprire l’importanza della biblioteca comunale, ricca di libri da leggere, veri tesori da scoprire.

 

Gli alunni della classe 3^ A della scuola primaria “G.Calò”

 

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