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Scotellaro, Levi, De Martino: fino a qualche giorno fa erano per noi studenti, nomi a cui associare titoli di poesie. Ma dopo la bellissima esperienza vissuta giovedì 26 Novembre presso il Teatro Metropolitan di Ginosa, i ragazzi dell’ Istituto Comprensivo G. CALÒ guarderanno e studieranno questi uomini che hanno dato voce al Sud, con occhi diversi e con una maggiore consapevolezza.

“Il Meridione tra Questione e Innovazione” è stato il titolo del convegno organizzato dal Circolo Arci “Il Ponte” di Ginosa e presentato dall’insegnante Rosa Perrone.

Il nostro contributo alla serata è stata una rappresentazione in memoria del poeta lucano Rocco Scotellaro intitolata “La canzone di Cenzo”. Si tratta di un chiaro esempio della volontà del poeta di mantenere viva la cultura contadina da cui era affascinato, mettendone in risalto gli aspetti realistici.

La protagonista della canzone popolare è Verde Oliva, una ragazza che non si lascia intimidire dall’insistenza della madre, consapevole dei vantaggi che la figlia avrebbe tratto sposando il benestante Conte Marco. La giovane, sebbene innamorata da tempo di Conte Cenzo, accontenta la madre, ma elabora come stratagemma un voto fatto alla Madonna per non trascorrere la prima notte di nozze con il suo sposo e rivedere l’unico vero uomo che lei avrebbe voluto sposare. Con un simile spaccato di vita contadina, Scotellaro riscatta la visione della donna, tutt’altro che conservatrice.

Questa esperienza è stata molto formativa per noi, perché ci ha fatto percepire la vita dei contadini di quell’epoca, gente semplice, ma allo stesso tempo desiderosa di riscatto sociale e scaltra.

Ma soprattutto è stata un’esperienza divertente, un motivo in più per stare con gli amici, per scoprire le capacità di ognuno di noi e molti talenti finora nascosti persino a noi stessi. Un momento di unione in cui abbiamo condiviso sorrisi, tensioni ed emozioni varie anche con i nostri docenti che con pazienza e passione ci hanno guidati in questa esperienza teatrale.

Io e Maria Cardinale, una compagna della classe 3^A, abbiamo presentato i lavori del nostro Istituto. A dire il vero non eravamo affatto nervose e ci tenevamo a mostrare i risultati della nostra ricerca. La parte più emozionante è stata cantare un brano propostoci dalla nostra professoressa di musica, Maria Palmitesta; Marika Gadaleto ed io lo abbiamo imparato in soli tre giorni e con qualche difficoltà poiché era in dialetto lucano. Difficoltà condivisa con i nostri compagni che ci hanno accompagnati con le note emesse dai loro flauti soprano.

Credevamo di non farcela per via del “volume” delle nostre voci che risultavano molto basse rispetto a quello dei cinque flauti, ma poi, a quanto pare, è stato un successo! Nel prosieguo della serata vi è stato un convegno presentato dal dottor Catucci il quale ci ha spiegato molto chiaramente l’origine di alcuni proverbi del luogo, di alcuni soprannomi; insomma, ci ha insegnato molte usanze appartenenti a circa un secolo fa, sino ad arrivare ai nostri giorni e all’attacco terroristico del 13 Novembre a Parigi.

Io ero sul palco insieme a Francesco Massanelli e ai ragazzi delle altre scuole del territorio; insieme abbiamo risposto alle domande del dottore che partiva dalle nostre conoscenze per avviare un excursus storico etnografico sulla nostra cara Ginosa. Una serata divertente, completa, altamente formativa per la quale desidero ringraziare vivamente le professoresse Matarrese, Catucci e tutti coloro che hanno creduto in noi.

 

Rosita Fraccascia

3ªB Scuola secondaria I grado  “G.CALÒ”

 

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