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Nella ricorrenza della giornata mondiale dei Diritti Umani abbiamo provato a conoscere alcuni dei diritti fondamentali della dichiarazione come l'articolo 13 e 14 dove ogni individuo ha diritto di movimento e di cercare asilo dalle persecuzioni o dalle guerre. Abbiamo così conosciuto e ascoltato in video conferenza la storia di un giovane proveniente dal Mali. Ecco le mie riflessioni su questa esperienza...

 


Oggi, a scuola, abbiamo celebrato la giornata mondiale dei diritti umani, in modo un po' particolare. Infatti ci siamo collegati in videoconferenza con un ragazzo africano che ha conosciuto la professoressa con il progetto di alfabetizzazione. Si chiama Boubacar Keita e ha ventitré anni. Ci ha raccontato la sua storia. Ha passato la sua infanzia a Kita, in Mali, per poi partire nel duemilaundici, verso la Libia, con un autobus. Arrivato alla meta è rimasto lì per otto mesi a causa della guerra. Ha avuto molta pazienza e di sicuro non è stato divertente! Dopo questi terribili mesi finalmente è partito con una barca carica di gente. Il viaggio è durato quasi una settimana, ovviamente con la paura di non toccare mai più la terra. Per fortuna ha superato anche questa prova! La barca intercettata dalla Guardia Costiera è attraccata a Taranto e Boubakar sceso insieme ad altri ha vissuto per un po’ in Italia. Prima a Laterza, andava a scuola a Ginosa per imparare l'italiano, poi a Massafra, continuando a studiare. Nel duemilaquattordici è partito per la Spagna, un paesino vicino Barcellona, per lavorare con suo fratello. Nuova lingua da imparare! Purtroppo dopo poco il fratello è morto e lui è rimasto con sua sorella e con i suoi nipoti. Attualmente lavora in campagna in un allevamento di maiali. Dopo aver raccontato a noi la sua storia, Boubacar ha risposto alle nostre domande: "Che lavoro fai? Quanti anni hai? Dove vivi?" e tante altre. Alla fine abbiamo suonato e cantato Feliz Navidad e io ho suonato un pezzo di “Tu scendi dalle stelle” con il flauto. Il nipote piccolo di Keita ha approvato le nostre canzoni con bacini volanti e battimani. Infine ci siamo salutati e abbiamo chiuso la videochiamata. È stato un giorno meraviglioso e abbiamo condiviso qualcosa di diverso che rimarrà nel mio cuore.

Vincenzo Surdo 1 C


Boubacar Keita è un ragazzo di colore nato nel 1997 a Kita nello Stato di Mali, ha 23 anni, vive a Barcellona con sua sorella e tre nipotini. Viveva anche con suo fratello però è morto a causa di una malattia. Lui ha avuto un passato un po' vagabondo: nel 2011 ha cominciato a scappare dal Mali perchè c'era la guerra, lui è partito da solo, dopo essere arrivato in Libia si è imbarcato su un gommone, recuperato dalla guardia costiera Italiana ed è arrivato a Taranto. Lui insieme ad altri ragazzi hanno iniziato ad andare a scuola a Ginosa per imparare l'Italiano, nella scuola di alfabetizzazione dove insegnava la professoressa Rosa Valentina Sileo. Ma un giorno non poté più studiare perchè doveva andare a vivere a Taviano, a lui e altri suoi compagni non piaceva molto stare lì, così un giorno scapparono e ritornarono a Ginosa dall a professoressa Rosa Valentina Sileo. Allora la professoressa Sileo decise di andare in caserma insieme ai ragazzi per cercare loro un nuovo posto dove dormire e dove poter restare a vivere per finire di studiare. Finito gli studi Boubacar si trovò un lavoro a Palagiano come operaio in campagna, però un giorno lui prese una decisione cioè di andare a vivere in Spagna con suo fratello perchè aveva bisogno di aiuto. Boubacar, questa storia l'ha raccontata oggi in videochiamata, mentre eravamo a scuola. Noi gli abbiamo fatto delle domande e lui ci rispondeva, quando abbiamo finito, il suo nipotino era stanco e voleva dormire allora gli abbiamo suonato con i flauti una canzone: Felize Navidad e poi gliela abbiamo cantata, un mio compagno Vincenzo Surdo gli ha suonato una canzoncina con il flauto che al bimbo è piaciuta molto, infine ci siamo salutati. Quest'esperienza è stata molto bella ed emozionante, perchè io non ho mai avuto l'occasione di parlare con persone come Boubacar, era la prima volta che sentivo raccontare la loro storia piena di coraggio e sacrifici.

Filippo Ribecco 1C


Oggi 10 Dicembre 2020, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, abbiamo parlato e intervistato insieme alla mia classe, un vecchio alunno della Professoressa. Boubacar Keita è stato un suo alunno durante il corso serale di alfabetizzazione qualche anno fa e oggi vi racconto un po' della sua vita. Boubacar Keita è nato in Africa nel 1997 a Kita nello Stato di Mali ha 23 anni, vive a Barcellona con sua sorella e tre nipotini. Nel 2011 ha cominciato a scappare da Mali perchè era iniziata la guerra che purtroppo ancora oggi è presente. Boubacar è arrivato a Taranto grazie alla guardia costiera che l’ha salato insieme ad altri ragazzi e ragazze come lui. Dopo è arrivato a Ginosa per andare a scuola e imparare l’italiano con la mia professoressa Sileo, una professoressa in gamba, fiduciosa verso tutti e soprattutto gentile e bella. Ma un giorno Boubacar non ha potuto più studiare perchè doveva andare a vivere a Taviano dove era stato trasferito lui con i suoi compagni di classe. La professoressa Sileo decise di andare in caserma insieme ai ragazzi per cercare un posto dove farli dormire, però non trovarono niente, così la prof. li portò a casa sua per rifocillarli e per dormire. Diventato grande Boubacar ha trovato un lavoro a Palagiano come operaio in campagna, però un giorno lui prese la decisione di andare a vivere in Spagna con suo fratello che aveva bisogno di aiuto. Boubacar siccome ora vive in Spagna parla la lingua spagnola e non molto la lingua italiana. Per me, questa esperienza è stata molto emozionante ma soprattutto interessante perché abbiamo avuto l’opportunità di fare a Boubacar delle domande.

Pepe Alice 1C


L’esperienza che ho vissuto oggi è stata davvero emozionante, perché ho conosciuto la storia di un ragazzo di 23 anni che ha dovuto attraversare momenti difficili della sua vita per poter vivere bene e in senerità. Si parla di Baubacar Kaita, il ragazzo che è rimasto nel suo paese fino al 2010. Nel 2011 è partito per la Libia. Dopo 8 mesi è ripartito a causa delle guerre. Con coraggio e determinazione, è salito su un barcone per l’Italia con altra gente e questo mi ha fatto immaginare tutte quelle scene che vedo in TV di gente disperata che parte senza sapere se mai riuscirà ad arrivare a destinazione. Ha vissuto in diversi paesi come: Laterza, Massafra, e Palagiano per poi ripartire di nuovo e stabilirsi in Spagna. Oggi, abbiamo celebrato la giornata mondiale dei Diritti Umani facendo una videolezione proprio con Baubacar, abbiamo fatto con i miei compagni di classe delle domande per conoscere la sua storia e poi abbiamo suonato e cantato una canzone natalizia, è stata una bellissima esperienza che spero tanto di poter ripetere.

Giuseppe D’Alconzo 1C


Il 10 dicembre si celebra la giornata mondiale sui Diritti Umani. Io e la mia classe l’abbiamo passata in un modo un po’ diverso, dato il periodo invaso dalla pandemia, invece di andare in piazza come ogni anno, siamo rimasti in classe e abbiamo fatto una videochiamata con una persona di nazionalità africana. La professoressa ha voluto farci sentire la testimonianza di questo ragazzo per ricordarci il diritto degli esseri umani a spostarsi dai loro paesi per sfuggire alle guerre chiedendo asilo in paesi in pace. Il suo nome è Boubacar Keita, ha 23 anni e sembra molto dolce e simpatico. Lui non sa perfettamente la lingua ma si comprende quello che dice. Oggi in video chiamata ci ha raccontato un po’ la sua storia. Dalla nascita ha vissuto a Kita, in Mali, poi nel 2011 ha dovuto prendere l’autobus per andare in Libia. Ma dopo 8 mesi è andato via anche di là in barca. Grazie alla Guardia Costiera lui e altre persone sono state tratte in salvo e portate a Taranto. Da lì sono stati accolti in una comunità a Laterza. Ha frequentato la scuola a Ginosa per imparare l’italiano. Successivamente ha trovato casa a Massafra. Nel 2014 si è dovuto trasferire in Spagna vicino Barcellona per lavorare con suo fratello. Poco dopo suo fratello è morto e lui è rimasto con sua sorella maggiore e i sui nipotini. Ora lavora nelle campagne. Molto probabilmente Boubacar non ha avuto una vita semplice. Questo pensiero mi ha rattristato un po'. Però vederlo sereno mi ha fatto pensare che per lui le cose vanno bene ora. Quando ha finto di raccontarci la sua storia per rallegrare la situazione abbiamo cantato con il flauto “feliz navidad” e ‘’ tu scendi dalle stelle’’ in onore del Natale che è alle porte. Infine ci siamo salutati. È stata un’esperienza bellissima. Il racconto mi ha toccato molto facendomi riflettere sul fatto che per tutti c’è una speranza di cambiare le cose da brutte in belle.

Veronica Pistoia 1 C


Nella ricorrenza della giornata mondiale dei Diritti Umani abbiamo provato a conoscere alcuni dei diritti fondamentali della dichiarazione come l'articolo 13 e 14 dove ogni individuo ha diritto di movimento e di cercare asilo dalle persecuzioni o dalle guerre. Abbiamo così conosciuto e ascoltato in video conferenza la storia di un giovane proveniente dal Mali. Ecco le mie riflessioni su questa esperienza...

Direi speciale, sensazionale, inaspettata!!

Siamo abituati a sentire storie di barconi con gente che arriva dall' Africa o altri posti, che naufragano qui e li, storie mai raccontate, un "dopo lo sbarco" che non esiste e se esiste è problematico.

Invece oggi, 10Dicembre 2020, per celebrare la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, in classe abbiamo avuto l'opportunità di intervistare in remoto il sig. Boubacar Keita

Un giovane di appena 23 anni, approdato da clandestino in Italia nel 2011 e di cui conosciamo la storia in Italia grazie alla nostra Prof.ssa Sileo che un po' per passione per il suo lavoro, un po' per umanità, ha contribuito alla crescita culturale e sociale di Boubacar Keita nella nostra Nazione (studio, ricerca di un'abitazione, ricerca di un lavoro).

Sono esempi importanti per noi ragazzi, lasciano intravedere una speranza, ci lasciano intendere che l'integrazione tra culture così diverse, se c'è la volontà e l’umiltà da ambo le parti, può esistere ed essere coltivata, portando giovamento a tutti.

Come l'allegria con la quale si è concluso l'incontro con il giovane di Mali oggi: canzoni natalizie suonate con i nostri flauti e cantate da noi alunni della 1C per far sentire, seppur da lontano, infatti attualmente Boubacar si trova in Spagna, la nostra vicinanza, il nostro Natale e il nostro apprezzamento, perchè pur se così giovane, è tanto coraggioso e volenteroso.

Jasmine Galante 1 C


Ieri, 10 dicembre 2020, abbiamo effettuato una videoconferenza con un ragazzo proveniente dal MALI’, il suo nome è Boubacar. Questo ragazzo per arrivare in Italia ha dovuto percorrere il deserto in mezzo alle guerre arrivando alle coste dell’Africa. Dall’Africa, racconta Boubacar, è salito su una barca e arrivato attraversando il Mediterraneo in Italia precisamente a Taranto. Lui è stato un alunno della Prof. Sileo. Oggi, Boubacar vive in Spagna e lavora in una fattoria, vive con la sorella e i nipoti. Nella giornata Mondiale dei Diritti Umani la nostra classe si è ritrovata ad ascoltare la sua storia, dopo gli abbiamo fatto alcune domande e lui con molta difficoltà nel parlare italiano è riuscito, con l’aiuto della professoressa a rispondere a tutte le nostre domande. Boubacar vorrebbe tornare in Italia dalla Prof. Sileo perché gli manca. Questa esperienza è stata fantastica perché non ho mai visto un ragazzo così gentile ed educato pur avendo avuto un passato difficile, pur essendo lontano dai genitori, Boubacar è FELICE. Alla luce di quanto narrato dal nostro fratello Boubacar, penso che nel XXI secolo non ci dovrebbero essere più distinzioni né di razza, né di cultura, né di lingua, né di etnia perché siamo tutti uguali ed è inconcepibile ancora oggi quindi, che questa povera gente subisca violenze, offese, aggressioni da parte di esseri irrispettosi e maleducati. Ognuno di noi ha i propri diritti e i propri doveri. RISPETTIAMOLI, RISPETTIAMOCI.

Alberto Pizzolla 1C

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